Appena una striscia di tessuto. Di solito di seta, anche se ne esistono di lana e di maglia, seppur in modo molto più marginale. Ecco cos’è una cravatta. Appena una striscia di tessuto. Ma anche al tempo stesso uno degli accessori, forse addirittura l’accessorio della moda maschile da sempre ritenuto sinonimo di eleganza. Ci sono addirittura luoghi e cerimonie dove la cravatta è obbligatoria, anche se sempre meno con il passare del tempo e degli anni. Ma ancora oggi, seppur sempre meno usata, viene indossata in ogni occasione ufficiale e quando un uomo vuole fare colpo. Su una donna o per questioni di lavoro. Evidentemente un motivo ci sarà. E il suo fascino, a discapito delle mode e del tempo, rimane sempre inalterato.
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Appena un accenno di storia
Si perde nel tempo e nella storia antica l’origine della cravatta, anche se almeno un tempo forse era usata, e pensata, con modalità differenti da quelle odierne. Secondi alcuni le origini risalirebbero, come sembra anche testimoniare una raffigurazione sulla Colonna di Traiano del 113 d.C., all’epoca romana, anche se forse è un’interpretazione un po’ tirata e forzata. Sciarpe o fazzoletti o semplicemente pezze di tessuto sono spesso state usate nel passato sia come elementi protettivi sia come elementi distintivi. Servivano magari a proteggere dalla polvere quando gli eserciti dovevano fare lunghe cavalcate o lunghi spostamenti. Ma anche servivano, a secondo della forma o del colore, a distinguere i vari gruppi all’interno di un esercito. Si deve ricordare infatti come nel passato spesso gli eserciti erano composti da gruppi completamente differenti l’uno dall’altro, ed era uno dei grossi punti deboli degli eserciti del passato, con la presenza spesso di molti mercenari che necessitavano così di un elemento distintivo, che servisse sia a farli riconoscere dagli altri sia naturalmente a riconoscersi tra di loro, a rimanere uniti nel corso della battaglia.
Risulta essere così significativo come a detta di molti il termine cravatta derivi dal termine francese cravate che a sua volta discenderebbe dal croato hravt. Cioè da una specie di sciarpa indossata dai cavalieri croati, mercenari al soldo dell’esercito francese di Luigi XIV, chiamata sciarpa croatta. Se l’origine in sé è probabilmente davvero questa, è altrettanto evidente però come ben diverso sia diventato l’uso più moderno. La sua vera origine, almeno per la cravatta moderna, è quindi altra. E si deve probabilmente far risalire la cravatta all’Inghilterra attorno all’anno 1650, quando nacque la moda di portare al collo dei fazzoletti, moda che fece sua anche il re inglese Carlo II o quanto meno alla sorta di bandana usata molto in America verso il 1700. Ma fu comunque l’Inghilterra la vera patria della cravatta. Con i dandy del 1800, così attenti alla moda e all’apparire che fecero del fazzoletto da collo davvero un accessorio indispensabile del loro vestiario. Fazzoletti da collo che divennero anche elementi distintivi dei singoli college inglesi, ovviamente diversi soprattutto nel colore da un college all’altro. La vera cravatta, almeno nella forma attuale, nasce nel 1924 a New York, per mano di Jesse Langsdorf. Ma al di là delle sue origini e della sua storia la cravatta per lunghissimo tempo e ancor oggi, seppur forse in modo un po’ minore, è stata sinonimo di eleganza ed accessorio indispensabile del guardaroba maschile. Non esiste uomo che non l’abbia indossata almeno una volta o che non ne abbia almeno una in casa.
I tipi di cravatte da uomo
Elemento indispensabile, almeno in alcune occasioni, della moda maschile, la cravatta da uomo rimane comunque un accessorio e così uno strumento con il quale l’uomo può comunicare alcune cose di sé alle persone che lo circondano, che gli stanno vicino. L’appartenenza ad un gruppo è uno dei primi motivi. L’origine della cravatta forse è proprio questo, essere elemento distintivo di un gruppo. E poi ancora nel mondo britannico molta della diffusione della cravatta deriva proprio da questo, dal testimoniare, con i suoi colori e le sue righe, l’appartenenza ad un college o a un club ben determinato. Questo è un aspetto, ma certamente non l’unico. La cravatta come accessorio diventa infatti strumento per raccontarsi, per esprimersi. Anche per divertirsi a volte, o per sdrammatizzare l’aspetto troppo serio e formale della cravatta stessa. Nascono così nel corso della storia e dei singoli momenti tantissimi differenti tipi di cravatta sia nella forma sia anche nel colore o nel nodo con cui viene poi fatta. Dalle cravatte più formali e serie, spesso in tinta unita, a quelle dai colori sgargianti, indossate di solito dalle persone più estroverse, o con disegni divertenti, certo da saper indossare e da portare solo in determinate occasioni. La cravatta così diventa espressione del carattere della persona che la indossa. Ogni persona avrà il proprio stile anche nelle cravatte, anche se poi naturalmente a secondo del momento e di come uno si sente indosserà volta per volta cravatte diverse.
I modelli di cravatta più classica sono due, la Regimental e quella a tinta unita. Quella a tinta unita naturalmente è caratterizzata dall’essere di un solo colore. I più classici sono il nero e il blu e vengono usati soprattutto in determinate occasioni, per cerimonie ed ambienti molto formali. La Regimental, di origine britannica, è caratterizzata da un colore di base e poi una serie di strisce oblique di colore diverso. È la cravatta dei club e dei college inglesi, dove a distinguere le varie appartenenze sono ovviamente proprio i diversi colori. Molto meno formali e molto più divertenti, anche se adatte solo ad occasioni particolari, sono le cravatte con colori sgargianti o quelle che riportano disegni di solito di fantasia. Come ogni altro elemento della moda comunque anche la cravatta da uomo nel corso degli anni ha subito molte variazioni ed evoluzioni, anche per mano degli stilisti che hanno usato la loro fantasia anche dare un tocco di originalità alle cravatte.
I nodi
Altro aspetto fondamentale di una cravatta è il nodo con cui viene “allacciata” attorno al collo. Esiste una varietà incredibile di nodi, ed alcuni ne hanno contati addirittura 85. Certamente la scelta del nodo rispecchia, come già la scelta del tipo di cravatta, la personalità della persona che la indossa. Sembrerebbe anche questo un aspetto di poco conto, ma in realtà non lo è. Ad influenzare sono anche i condizionamenti ambientali. Basta pensare come si differenziano i nodi usati per le cravatte anche a secondo delle zone del nostro paese, ma probabilmente molto dipende anche dalla scelta personale di ogni persona. E di solito le persone più esuberanti e gioviali tendono ad usare nodi più grossi, mentre le persone più timide e chiuse tendono ad usare nodi più piccoli, che si notano meno. Ma questo può essere solo un piccolo esempio, considerando anche i moltissimi differenti tipi di nodi che esistono, oltre che le infinite varianti tra nodi usati e cravatte indossate. Di certo fare un nodo alla cravatta è anche un’arte, e non tutti sono così capaci di farli bene, soprattutto tra i più giovani, e questo naturalmente dipende anche dal fatto che, almeno tra i giovani, le cravatte sono usate poco e non di frequente. Di sicuro anche una bella cravatta perde molta della sua eleganza se accompagnata da un nodo non fatto a regola d’arte. Ogni particolare va sempre curato con grande cura, soprattutto quando si parla di cravatte. Aver riconosciuto la bellezza di 85 nodi con cui è possibile annodarsi la cravatta al collo definisce bene come possa essere complicato indossare anche una accessorio solo apparentemente semplice come può essere una cravatta. Anche se alla fine i modi più usati sono ovviamente molti di meno. A determinare il tipo e il nome del nodo sono essenzialmente i passaggi. Il più semplice ed usato, insomma il più comune, è quello che prevede quattro passaggi, in Four in hand. Altri nodi molto usati sono il Mezzo Windsor, sei passaggi, il St. Andrew, sette passaggi, il Windsor, otto passaggi, e il Balthus, nove passaggi. È ovvio che ogni passaggio comporta un aumento della voluminosità del nodo. Ed è altrettanto ovvio che ognuno userà nodi che più si adattano al proprio essere e al proprio carattere.
I tessuti
Un altro aspetto fondamentale per valutare una cravatta e la su bontà è certamente il tessuto con cui è fatta. E il tessuto più comune e anche il più pregiato con cui di solito vengono fatte le cravatte è la seta. Certo non l’unico, dato che esistono anche cravatte in lino, in lana e in maglia, ma la seta rimane il materiale più comunemente usato. Come in tutte le cose esistono anche nella seta varietà più o meno pregiate e di conseguenza anche cravatte più o meno costose proprio a secondo del tipo, e della quantità, di seta usata. E tenete presente che anche se leggerete 100% di seta, o di qualsiasi altro materiale, questo è vero solo in parte, dato che ogni cravatta da uomo è dotata di un’anima, normalmente realizzata in cotone. Esiste una sola eccezione, la Seven Fold Tie, fatta per davvero, anima compresa, completamente e solo con la seta, e potete subito immaginare come questa sia una cravatta molto pregiata. Valutare la seta impiegata significa usare il tatto, anche se questo necessita di una certa dose di conoscenze che non tutti hanno o possono avere. Oltre al tatto è importante anche fare attenzione alle cuciture, anche se questa è una valutazione che vale per tutte le cravatte, non solo per quelle di seta ovviamente. Oltre alle cravatte di seta ne esistono, seppur con produzioni minori, anche altre fatte con altri tipi di stoffa. I più soliti ed usuali sono il lino ma soprattutto la lana e la maglia. Da noi relativamente poco usate, hanno invece una discreta diffusione soprattutto in Gran Bretagna e soprattutto in alcuni ambienti di campagna e ambienti intellettuali. A usarla infatti sono perlopiù professori universitari, giornalisti e a volte anche scrittori. Risulta essere in fondo la stessa idea alla base della cravatta Regimental. Indossare una cravatta fatta di lana diventa elemento di riconoscimento e di appartenenza ad un gruppo, in questo caso trasversale. Un gruppo, un club, accumunato dalla cultura, leggermente snob, in contrasto con il mondo degli affari. Ma al di là di questo aspetto, la cravatta di lana ha comunque una certa diffusione, anche se in modo molto limitato da noi dove a farla sempre da regina è la classica ed intramontabile cravatta di seta.
Dove acquistarle e prezzi cravatte
Comprare oggi una cravatta è diventata ormai operazione molto semplice, come d’altra parte per ogni altro capo d’abbigliamento. Risulta essere infatti abbastanza facilmente trovabile, pur con i dovuti distinguo, in tutti i grossi magazzini d’abbigliamento. Come altrettanto facilmente si possono ritrovare tutti i diversi tipi di cravatte, in modo che ognuno possa scegliere quella che più gli piace e che più sta meglio. Ma i distinguo vanno fatti obbligatoriamente. Se infatti è davvero semplice ritrovarle quasi dappertutto è davvero ovvio che a variare è soprattutto la qualità. E questo è un elemento che va davvero tenuto in considerazione, pensando anche che alla fine la cravatta è un accessorio, testimone soprattutto di una certa volontà di moda, e che quindi ha senso comprarla solo se di sicura qualità. Meglio non comprare e non indossare cravatte se non di qualità, anche perché altrimenti si verrebbe subito notati. O quanto meno riuscire a trovare il giusto compromesso tra costo e qualità della cravatta. Esistono inoltre soprattutto da noi in Italia alcuni negozi rinomati e famosi, specializzati nella creazione e nella vendita esclusiva di cravatte. Risulta essere un pregio della nostra moda e di pochi altri paesi: uguale attenzione alle cravatte si può forse ritrovare solo in Gran Bretagna. Certo il costo e i prezzi delle cravatte in questi negozi non è paragonabile alle cravatte che si trovano nei grossi magazzini, ma la qualità, oltre che il nome, è certamente differente. Risulta essere proprio perché la cravatta è un elemento di distinzione e di attenzione ai particolari, forse almeno per lei vale la pena di pensare ad un acquisto mirato. Anche perché in fondo alla fine non si ha certo necessità di moltissime cravatte, anche un numero limitato può risultare più che sufficiente. E quindi, ma è appena una mia opinione, meglio comprare un piccolo numero di cravatte ma di sicuro pregio e valore per potersi così distinguere, almeno nell’uso e nella scelta di un accessorio, dagli altri. Se questo non dovesse essere possibile proprio per il costo si deve comunque sempre tenere nei limiti del possibile ben presente la qualità di quello che si sceglie e non sempre il prezzo deve essere il primo ed unico elemento distintivo.