Da più di 1400 anni le popolazioni del Sud-est asiatico continuano a creare bellissimi e spesso sgargianti disegni sulla stoffa con la tecnica del batik — un metodo con il quale si coprono di cera quelle zone della stoffa che non devono cambiare colore prima di immergere tutta la pezza nella tintura. Quando si toglie la cera, le zone rimaste coperte appaiono di nuovo nel loro colore originale.
La stoffa più adatta per il batik è il cotone, in una tinta chiara. Le stoffe sintetiche non si tingono particolarmente bene, mentre la seta molto leggera si lascia attraversare dal colore. Anche la lana grossa non è adatta perché la tintura riesce appena a penetrare nella trama.
Se la stoffa è nuova, lavarla in acqua calda insaponata e sciacquarla per eliminare qualsiasi appretto — un additivo che si usa spesso per inamidare le stoffe; può darsi che si debba ripetere il procedimento. Quando la stoffa è morbida e priva di appretto, farla asciugare e stirarla. Poi, tirandola bene, fissarla con puntine a un telaio di legno e disegnare su di essa con una matita morbida.
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Preparare la cera
La cera deve essere abbastanza calda perché possa essere stesa in modo uniforme, ma non troppo calda, perché altrimenti attraversa la stoffa. Prepararla aggiungendo 5 cucchiai da tavola di cera d’api a 450 g di paraffina e riscaldare lentamente la miscela a bagnomaria fino a 77 °C. Mantenerla a quella temperatura finché si è pronti ad applicarla. In qualche negozio di ferramenta e fai da te si possono trovare dei pentolini speciali con termostato. Per colorare, usare soltanto tinture ad acqua fredda che non ammorbidiscono ulteriormente la cera quando vengono in contatto con essa. Se si vuole usare più di un colore, cominciare da quello più chiaro. Mescolare la tintura secondo le istruzioni del fabbricante.
Con un piccolo pennello di setole o di zibellino applicare la cera calda su quelle zone di stoffa che non si vogliono tingere in questa fase. Le linee molto sottili si possono disegnare con un tjanting (una penna speciale che si carica immergendola nella cera bollente). Poi staccare la stoffa dal telaio e immergerla nella tintura per 20 minuti. Sciacquarla bene in acqua fredda e lasciarla asciugare.
Togliere la cera
Se si vuole recuperare la cera per riutilizzarla, far bollire in
acqua la stoffa tinta e lasciarla raffreddare. La cera si rapprenderà sulla superficie dell’acqua e potrà essere raccolta e sciolta di nuovo. Tuttavia si rischia che, con la bollitura, la tintura scolorisca o si spanda e quindi non si consiglia questa operazione a meno che non sia indispensabile perché la cera non basta.
Per ridurre il rischio di far scolorire la tintura, è meglio togliere la cera col ferro da stiro, anche se in questo modo non può essere recuperata e riutilizzata. Coprire l’asse da stiro con giornali vecchi e poi con uno strato di asciugamani di carta. Stendere la stoffa e ricoprirla con un altro strato di asciugamani di carta. Con un ferro normale, non a vapore, e il termostato regolato sulla temperatura inferiore a quella indicata per il cotone, stirare la stoffa sui due lati, cambiando la carta man mano che la cera vi si deposita.
Colori aggiunti
Se si vuole usare più di un colore, fissare di nuovo la stoffa al telaio, applicare la cera sulle zone che si vuole proteggere, staccare la stoffa e immergerla nella nuova tintura, come si è fatto prima. Sciacquare e far asciugare completamente prima di togliere la cera.
Le stoffe batik devono essere lavate a secco per togliere ogni residuo di cera, a meno che non vengano usate per tende, nel qual caso il residuo dà loro più consistenza. I lavaggi troppo frequenti faranno scolorire il batik.