L’avorio è il materiale tratto principalmente dalle zanne dell’elefante, sia africano che asiatico. Si parla impropriamente di avorio quando ci si riferisce ai denti di altri animali, come l’ippopotamo e il cinghiale e il tricheco. Oggi, ancor più di ieri, questi animali vengono uccisi per sottrarre loro i denti, solo perché forniscono una sostanza simile all’avorio dell’elefante e quindi abbastanza ricercata. L’avorio ha raggiunto quotazioni elevate sul mercato illegale (vale cinquemila euro al chilo) in virtù del divieto di caccia all’elefante. Il divieto avrebbe spinto anche molte industrie di plastica a produrre materiali simili all’avorio, con un gran proliferarsi di imitazioni. I materiali più spacciati per avorio autentico sono gli ossi di animali (denti, corni) e l’avorio vegetale, detto avoriolina.
L’ultimo, cioè avoriolina, è una pasta di cellulosa diluita ed amalgamata a scarti di avorio, di corno e di osso d’animali polverizzate. Come fare per riconoscere l’avorio sintetico o di osso da quello naturale della zanna di elefante? Secondo gli esperti, ci sarebbero da fare semplici prove. Innanzitutto quella del calore. Accendi il fornello del gas e procurati un ago (o un chiodo). Mettilo a riscaldare sulla fiamma, mantenendolo con una tenaglia, per non bruciarti. Una volta riscaldatosi bene, avvicinalo subito, di punta, all’oggetto che tu supponi essere di avorio autentico.
Se è di plastica, l’ago penetrerà completamente e con facilità nel “presunto” avorio. Se è osso e corno, il chiodo penetrerà di più, se raffrontiamo ovviamente la penetrazione all’avorio autentico, molto meno se facciamo il confronto con quella della plastica. Quando invece avvicini l’ago rovente ad un oggetto in avorio autentico, questo si scalfirà appena appena. Il chiodo o l’ago rovente lascerà sull’avorio autentico solo un puntino nero. Anche l’odore che si sprigionerà da questi materiali, una volta a contatto col chiodo rovente, sarà assai diverso.
Nel caso della plastica bruciata avvertirai una puzza assai sgradevole e pungente, nel caso dell’osso e del corno sentirai un odore penetrante di unghie bruciate, per l’avorio autentico sarà sì un odore di unghie bruciate ma molto molto leggero. Un ‘altra prova per differenziare l’avorio artificiale da quella naturale è il classico “strofinamento”. Infatti se strofini energicamente l’avorio artificiale, esso emanerà un caratteristico odore di canfora, cosa che non ti succederà con l’avorio autentico. Occhio anche alle nervature e al colore. In quello artificiale le venature sono molto regolari e senza macchie e il colore è fin troppo bianco per essere credibile