Volendo elencare quali sono le vecchie monete in lire, che possono avere un valore numismatico, serve fare una premessa fondamentale.
Il valore di ogni moneta è la risultante dei due seguenti fattori: il valore intrinseco ed il valore numismatico. Per intrinseco si intende il valore del metallo di cui si compone la moneta (prezioso o no). Pertanto, a parità di peso, una moneta d’oro avrà un valore intrinseco maggiore di una in argento, che a sua volta avrà un valore maggiore di una in rame e così via.
Il valore numismatico è il valore aggiunto che una moneta può possedere oltre l’intrinseco. In generale, le monete classiche ed antiche hanno un valore numismatico risultante dallo stato di conservazione e dalla rarità.
Trattando le monete italiane in lire, va riconosciuto che, di recente, si sono susseguiti numerosi articoli, a volte approssimativi, che hanno creato fraintendimenti ed illusioni. Per sgombrare il campo da ogni eventuale dubbio, si precisa che la monetazione italiana repubblicana, espressa in lire, inizia nel 1946 e termina nel 2001 e si divide di due periodi di emissione:
1° periodo 1946 – 1950
2° periodo 1951 – 2001
1° Periodo. La monetazione è composta da 4 valori (1, 2, 5 e 10 lire) e le monete sono tutte in alluminio; quelle rare con valore numismatico sono le seguenti:
Tra quelle più interessanti troviamo sicuramente le 5 lire, che molti possono avere in casa. Per dettagli su come riconoscere quelle di valore è possibile vedere questa guida sulle 5 lire su questo blog.
2° Periodo. La monetazione è molto più articolata e prevede un maggior numero di nominali, coniati in metalli e leghe diverse, quali acciaio, bronzo, alluminio e cupronichel. Le monete rare sono:
Volutamente, le valutazioni non sono state riportate, perchè sono strettamente legate allo stato di conservazione e questo può essere stabilito con esattezza solo da un esperto professionista.